La Muraglia Megalitica di Sarra L’Aglientu e il Nuraghe di Monti di lu Naracu a Sant’Antonio di Gallura
Si svolsero fra il 5 maggio e il 5 giugno 1988 i lavori di ricognizione dell’area di Sarra di l’Aglientu e Monti di Lu Naracu, ad opera dei tecnici del S.I.T.A.G., sistema informativo territoriale orientato sull’archeologia della regione ambientale della Gallura.

Durante le operazioni di ricognizione in agro di Sant’Antonio di Gallura vennero individuate diverse emergenze archeologiche a carattere difensivo, abitativo e funerario tutte ascrivibili all’età del bronzo e del ferro.
Da un punto di vista geomorfologico la zona si inserisce fra gli insenlberg su pendio, complessi magmatici intrusivi (graniti, dioriti) pertinenti all’orogenesi ercinica, processo che ha contribuito alla formazione delle catene montuose europee, avvenuta nel paleozoico superiore (con precisione nel carbonifero), fra i 300-250 milioni di anni fa.
Vista l’omogeneità del territorio, i tecnici del SITAG decisero di delimitare ad un sito unico l’area di pertinenza archeologica, partendo dalla sponda destra del lago Liscia, fino al costone del monte di Lu Naracu.
“Lu Monti di lu Naracu”, prominenza granitica che domina l’odierno paese di Sant’Antonio di Gallura è da distinguersi da un altro “Monti di lu Naracu”, colle situato a 5 km dall’abitato e oggetto dei lavori di ricognizione e classificazione.
Insieme ai monumenti emerse anche il grande il valore paesaggistico nel quale questi sorgevano, caratterizzato da una posizione lambita in antico da una vallata fluviale ricca di risorse, occupata poi, a partire dal 1962, dal florido lago Liscia.
Il bacino, con i suoi 5 kmq e i 110 milioni di metri cubi di capacità, fornisce acqua a 19 comuni del nord Sardegna, compreso il comune di Sant’Antonio di Gallura, del quale arricchisce anche l’offerta turistica e culturale.
Lo spessore scientifico dell’area in questione fu prontamente riconosciuto come fonte di dati particolarmente importanti per la ricostruzione dell’evoluzione preistorica del territorio santantonese, il quale si inserisce a pieno titolo in un sistema territoriale più ampio al quale appartengono diversi siti presenti nella vallata percorsa dal Liscia, compresa la tomba di giganti “Li Chjostri”, oggi sommersa dalle acque del lago omonimo.
La Muraglia Megalitica di Sarra di L’Aglientu

La Muraglia si trova ad un altitudine di 343,77 metri sul livello del mare, a circa 500 metri dal nuraghe. Il suo grado di conservazione risulta buono, nonostante alcune zone di crollo.
La fortificazione si erge ad ovest di Monti di Lu Naracu. Si estende con un andamento tortuoso per 72,50 metri seguendo puntualmente la morfologia del territorio e dominando tutta la vallata, un’area ricca di cavità naturali, di materie prime, acqua e zona di transito, occupata, nella parte più a valle, dal lago Liscia.
Gli spessori murari sono di 3,50 metri, e la tecnica utilizzata è quella del muro a sacco e a sacco, utilizzando il granito cavato in loco.



Il paramento esterno è in parte costituito da grandi lastroni poligonali, quello interno da blocchi di granito di medie e piccole dimensioni. I primi sono visibili nella parte inferiore dell’alzato murario con pietre che, gradatamente sempre più piccole, si inerpicano verso l’alto.
I blocchi di pietra risultano sia appena sbozzati che ben squadrati con misure irregolari e/o quadrangolari, fra i 0.90 x 0,70 x 0.30 centimetri.
A circa 20 metri dalla muraglia, sul lato ovest, in direzione dell’ingresso, sono visibili tratti di muro, in parte crollati, funzionali al controllo dell’accesso alla stessa.
Un inspessimento della tessitura muraria sempre in prossimità dell’ingresso, da origine, lungo il perimetro interno, ad una sorta di avancorpo dall’andamento semicircolare che si accentua sul lato destro dell’ingresso alla muraglia.
Sul lato est l’alzato murario presenta blocchi di granito con un colore grigio rosa, con quelle che si rivelano due tecniche costruttive differenti, ciclopica nella parte inferiore, subquadrata in quella superiore.
L’elevato medio della struttura doveva aggirarsi intorno ai due metri, anche se l’attuale piano di calpestio rivela una parte della della stessa interrata e coperta dalla vegetazione. Di notevole interesse è l’ingresso piattabandato, ancora visibile e ben conservato.

Il Nuraghe di Monti di lu Naracu

Il Nuraghe di Monti di lu Naracu è inserito in un contesto paesaggistico di grande rilievo, sorge a circa 500 metri dalla muraglia megalitica, in una posizione di dominio e controllo della valle, un tempo solcata dal fiume Liscia e i suoi affluenti, oggi occupata per intero dal lago omonimo. La sua posizione, a 263 metri sul livello del mare, consente un controllo del territorio a partire dalle alture del Limbara, continuando con quelle di Aglientu e Luogosanto e finendo sulla piana di Arzachena.
Il sito si presenta da subito come un possibile luogo di transito che dalla Gallura costiera portava verso quella interna e viceversa, creando probabilmente un’area di sosta, contatti e scambi, per chi si spostava verso le aree nuragiche di Calangianus, Luras e Tempio Pausania.
Il monumento, in parte crollato, si presenta con la sua porzione maggiore ancora interrata e coperta dalla folta vegetazione, consentendo comunque una buona lettura. La struttura è addossata ad un maestoso costone di granito naturale, del quale sfrutta l’imponenza e che, come spesso rilevato nei nuraghi galluresi, ne condiziona la forma.
Il nuraghe presenta una tessitura muraria che si compone sia di massi appena sbozzati che di altri ben lavorati, con una lunghezza residua di 17,25 metri, una larghezza di 18 una e altezza residua di 2,35 metri, partendo dall’attuale piano di calpestio.
Se ne indovina subito l’antico ingresso, con il suo architrave che oggi ostruisce il passaggio, ma che non copre un allineamento consistente e ben conservato di massi di grandi proporzioni che fanno pensare al corpo principale del nuraghe. Sulla sommità del monumento è presente un masso di grandi dimensioni, cavo al suo interno, forse utilizzato come vano. Materiale ceramico di chiara matrice nuragica è presente in superficie in quantità consistenti.
Un’ulteriore struttura muraria di 10,20 metri di lunghezza, con uno spessore murario di 1 metro ed un altezza residua di 0,90 centimetri è presente nei pressi del nuraghe.

Nuraghe di Monti di lu Naracu in pianta

Questa, vista la tecnica muraria simile a quella utilizzata per edificare il nuraghe, potrebbe essere inquadrata cronologicamente all’età del bronzo, considerando anche la sua vicinanza al monumento. Un lastrone di granito di notevoli dimensioni e perfettamente lavorato attira l’attenzione insieme ad una seconda costruzione di difficile lettura, localizzata a ridosso della prima. Quest’ultima è costruita con pietre appena sbozzate e ingloba porzioni di roccia naturale.
Nonostante la vicinanza ai monumenti dell’età del bronzo, viste le tecniche costruttive utilizzate, questa sembrerebbe appartenere ad un periodo più antico, forse il neolitico.
Completano il complesso archeologico alcuni ambienti circolari in muratura a secco, edificati nelle vicinanze del nuraghe, insieme ad un agglomerato di Tafoni abitativi e funerari, lungo il versante occidentale di monti lu Naracu. Le cavità variano per dimensioni e forma e conservano ancora in situ le pietre dei muretti a secco di chiusura.
Soltanto un’approfondita indagine di scavo archeologica potrà stabilire le reali connessioni fra i diversi manufatti che nel complesso sembrerebbero pertinenti ad una unità insediativa di rilievo e certamente stratificatasi nel tempo.


Bibliografia
CAPRARA R., LUCIANO A., MACIOCCO G. (a cura di): Archeologia del Territorio, Territorio dell’Archeologia, Carlo Delfino Editore,
Cagliari, 1996.
PANEDDA D., PITTORRU A. : Sant’Antonio di Gallura e il suo Territorio tra cronaca e storia, Chiarella – Sassari
Lo staff dell’Ufficio Turismo ringrazia il sig. Salvatore Azzena per la collaborazione.
Un ringraziamento particolare alla Dott.ssa ANGELA ANTONA, per la consulenza, le delucidazioni, la grande disponibilità.
Il complesso di Sarra di L’Aglientu